LA COLLEZIONE IN NUMERI: più di 250 manufatti distributi su 5 sale, un cortiletto e un giardino. La più ricca e curata collezione di campane esistente in Italia, la seconda in Europa, con manufatti provenienti da Europa, India, Cina, Thailandia, Africa, Tibet. Scrigno di affascinanti simbolismi, la collezione ha preso nuova linfa vitale attraverso la catalogazione iconografica che ha restituito ad ogni singolo manufatto la sua complessa e affascinante identità.
UNA COLLEZIONE CHE PARLA! La campana è manufatto artigianale che, vista la sua plurimillenaria storia (se si considerano anche i Gong-Campana cinesi risalenti al 2000 a.C), è oggetto di studi e ricerche che coinvolgono l’archeologia; è strumento di comunicazione e pertanto coinvolge approcci di studio relativi alla sociologia e nello specifico alla sociologia della comunicazione; è un prodotto fortemente legato, almeno per quanto riguarda la campana occidentale, al cristianesimo e a radicate forme di devozione popolare; le sue suggestioni sonore hanno ispirato pagine di letteratura e composizioni musicali, pertanto è anche fonte di ispirazione artistica.
E’ uno strumento denso di storia, di significati e di simbolismi.
La campana è stata ed è lineare colonna sonora di semplici messe domenicali o cerimonie solenni celebrate nelle piccoli pievi fino alle più monumentali cattedrali. Interprete inequivocabile di messaggi gravi o festosi.
Il semplice percorrere le sale del Muvec accende curiosità storiche, scientifiche, letterarie, musicali, lessicali, memorie visive e sonore in tutti i visitatori. La campana è un bene culturalmente condiviso che tocca l’esperienza di vita di chiunque.
A breve la corposa opera di catalogazione digitalizzata avrà la veste di una preziosa pubblicazione ricca di fotografie che valorizzeranno i nostri più significativi manufatti fin nei loro minimi dettagli.
L’eterogeneo e ricco deposito proveniente dalla storica Fonderia di Campane Daciano Colbachini e Figli sarà presto riordinato. I primi manufatti interessati dall’intervento saranno le splendide tavolette in legno che i fonditori utilizzavano per realizzare i fregi che decorano le superfici delle campane.