18 Mar La collezione
Al MuVeC, storia, scienza, sociologia e musica (campane e campanelli ma non solo) si fondono facendo riaffiorare memorie individuali che, siamo certi, potranno contribuire a tutelare un suono e un simbolo salvandolo dal silenzio dell’abitudine risvegliando quell’antico senso di appartenenza comunitaria anticamente custodito in ogni singolo rintocco, espressione di una ideale personalità collettiva che piange per ognuno, senza dimenticare nessuno.
….. Campane, campanelli e campanelle destinati a scandire eventi esclusivamente laici, altri destinati ad annunciare riti religiosi ed eventi della quotidianità della vita dell’ uomo; campane simbolo di fede, pace, dolori e gioie e campane fuse col bronzo di vecchi cannoni… Infatti, questa sorta di ultraterrena scansione del tempo in molti casi porta nella propria sostanza le tracce di quel bronzo che invece di dar voce all’ animo umano l’ ha voluto far tacere assordandolo con lo strepito di rombi e sibili.
All’inizio del percorso museale, nel suggestivo cortiletto, sono collocate le campane più grandi.
All’interno, su un’area di quattrocento metri quadrati, sono disposti su cinque sale oltre duecento pezzi la cui peculiarità risiede, oltre che nel vasto arco di tempo documentato, nella varietà delle provenienze.
Nella prima sala, denominata “Dalle campane cinesi all’età moderna”, i gong cinesi fregiati con ideogrammi augurali sono collocati a ricordare l’antica origine delle campane: il “brevetto” cinese risale a circa 2000 anni a.C. Vi sono inoltre manufatti indiani, birmani, thailandesi e alcuni, splendidi, italiani, fra i quali campane di forma gotica risalenti all’XI secolo.
Il percorso continua nella seconda sala che ricorda la storia dei fonditori veneti dei quali sono esposti alcuni manufatti: campane e campanelle realizzate dalle fonderie De Maria di Vicenza, De Poli di Ceneda-Vittorio Veneto, Cavadini di Verona e soprattutto Colbachini, attivi prima a Bassano del Grappa e poi a Padova.
Anche il mondo della navigazione ha fatto ampio uso di campane e campanelle: sono raccolti nella terza sala alcuni manufatti, di provenienza europea, un tempo impiegati su navi, chiatte e battelli.
Nella quarta sala sono radunate tutte le possibili varianti, a noi pervenute, di tintinnabula, mortai, campanacci, campanelli e batole.
Infine, una Fonderia Statica illustra le fasi attraverso le quali si articola il metodo tradizionale di realizzazione della campana, dal modello in terracotta all’oggetto finito.
Ma non solo di sala espositiva si tratta, la sua straordinaria acustica negli ultimi anni è stata esaltata da eleganti e raffinate rassegne di classica interpretate da concertisti provenienti da alcune tra le più importanti istituzioni musicali in Europa.